Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge mira a risolvere una controversa questione in materia di ingresso e soggiorno degli stranieri in Italia che né otto anni di concreta applicazione delle disposizioni del testo unico in materia di immigrazione di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 né la riforma di cui alla legge n. 189 del 2002 hanno saputo dirimere. Il caso concreto è quello degli stranieri (laureati, specializzandi, titolari di borse di studio per ricerca, studiosi in genere) che devono poter entrare e soggiornare nel nostro Paese per vario tempo al fine di svolgere, presso università, enti, biblioteche, centri di studio e ricerca e simili, ovvero in maniera autonoma e indipendente, i loro programmi o progetti di studio, finanziati da apposite «borse» messe a disposizione dalle più prestigiose accademie ed università internazionali (ad esempio, le cosiddette «Fellowship» di origine nordamericana).
Ebbene, nella attuale versione della normativa italiana in materia di immigrazione non è chiaro sotto quale categoria ricadano tali soggetti, ai fini della richiesta del visto di ingresso in Italia e del successivo permesso di soggiorno. Si sono infatti riscontrate due diverse interpretazioni in sede di applicazione pratica. La prima valorizza l'aspetto prettamente accademico e di studio delle attività (appunto di ricerca, di studio, di analisi, eccetera, svolte dall'interessato, spesso e volentieri in «solitudine», senza cioè né frequentare appositi corsi o lezioni, ma semplicemente accedendo a biblioteche, musei, laboratori, pubblici e privati); in tale ottica la tipologia del visto e del successivo permesso di soggiorno non potrebbe che essere quella per motivi di studio. La seconda interpretazione sottolinea invece l'aspetto economico-finanziario del rapporto sottostante, visto che questi soggetti vengono